Published on Febbraio 4th, 2022 | Agostino Colla
0Sulle tracce della via Gemina
Dario Stasi
Dal Foro di Aquileia, anche oggi con lo stesso nome, Gemina (foto 1), ha inizio la via che porta a Gorizia. La strada odierna segue sostanzialmente lo stesso percorso della strada romana, fino al ponte sull’Isonzo, i cui resti si trovano ancora nel fiume tra le due sponde di Mainizza e Savogna.
Seguiremo il suo percorso che, dopo l’Isonzo, prosegue oltre confine in Slovenia.
La chiamiamo via Gemina, nome molto probabile anche se non certo di questa strada.
Cercheremo di seguire questo itinerario con un unico sguardo, come se fossimo su un punto d’osservazione posto nella parte meridionale del monte Calvario: dal campanile di Aquileia e dalla pianura friulana fino all’Isonzo e da qui lungo la valle del Vipacco fino all’avallamento del passo Ad Pirum, ben visibile a sinistra del monte Nanos (oltre il Nanos non c’è visibilità dal Calvario).
Nelle mappe e negli itinerari antichi sono segnalati i seguenti luoghi di sosta (ponti, fortificazioni) nel percorso da Aquileia a Emona (l‘odierna Lubiana):
Aquileia civitas
Ad Undecimum (Gradisca d’Isonzo)
Ponte Sonti (Mainizza, Farra d’Isonzo)
Ad Fornolus (Bilje)
Castra, Fluvio Frigido (Ajdovščina)
Ad Pirum summas Alpes (Hrušica)
Longatico (Logatec)
Nauporto (Vrhnika)
Emona civitas
Lungo la strada si potevano trovare i miliari (cippi, pietre o colonne che segnalavano le distanze in miglia romane e potevano riportare anche altre informazioni per il viandante), lapidi funerarie, arette o monumenti votivi.
Vedremo che cosa resta oggi di questa strada. Anche resti non direttamente riferibili al suo percorso (miliari e simili) o tracce che rimandano comunque alla presenza romana.
Cominciamo il nostro viaggio.
A Monastero, e siamo ancora ad Aquileia, proprio di fronte all’entrata del Museo Paleocristiano è stato scoperto un tratto di strada lastricata. Potrebbe essere l’inizio della via Gemina.
La strada proseguiva verso le località Colombara e San Zili. A Villa Vicentina sul lungo edificio a destra della via principale (via Gorizia) troviamo resti romani murati (foto 2) e, più avanti, sempre a destra, due grandi are (che andrebbero restaurate) ai lati del cancello d’entrata di Villa Ciardi Baciocchi, al cui interno si trovano altre antichità romane.
Arriviamo a San Nicolò di Ruda e anche qui, murate alla base della chiesa troviamo alcune lapidi romane.
A Ruda nella piazza della chiesa c’è un monumento ai caduti, la cui base è stata “decorata” con frammenti di lapidi romane. Da Ruda a Villesse la strada attuale è alzata, “levata”; potrebbe essere la stessa strada Gemina.
A Villesse alcuni miliari romani trovati recentemente nel greto del Torre sono stati restaurati e sistemati all’entrata del municipio (foto 3). E’ una esposizione davvero pregevole, un esempio che altri comuni dovrebbero seguire, Farra d’Isonzo in primis, come vedremo.
A Gradisca d’Isonzo non pare ci siano testimonianze riguardo alla via Gemina ma al museo di Casa Maccari si possono vedere frammenti di anfore e di sculture romane.
A Mainizza (Farra d’Isonzo) nel greto del fiume giacciono i resti del famoso ponte citato da Erodiano (foto 4). In diverse occasioni sono state individuate e asportate lapidi, are funerarie e pietre del ponte dal greto del fiume o dagli scavi effettuati in loco negli anni Trenta del Novecento. I resti ora si trovano ad Aquileia (Museo Archeologico Nazionale), Gorizia (Deposito di Palazzo Attems) e nella stessa Farra (Museo della Civiltà Contadina). Purtroppo finora non è stato fatto nulla per valorizzare queste testimonianze di grande valore storico e archeologico.
Passato l’Isonzo, prima di vedere la situazione in Slovenia, è da segnalare un miliare trovato a Merna e oggi conservato a Gorizia nel deposito di palazzo Attems.
Ora siamo in Slovenia.
Nella zona di Bilje lungo il Vipacco, si trovava la stazione di sosta Ad Fornolus. Qui, per la presenza di argilla, molto probabilmente si trovavano stabilimenti per la cottura di mattoni (da cui il nome della stazione). Anche oggi si fabbricano mattoni a Renče, poco più avanti.
A Osek in località Rimc sono stati trovati resti romani (da cui il nome: Rim è Roma in sloveno), resti della strada che oggi sono stati coperti dal lago artificiale di Vogrsko.
Invece, poco più avanti, fra Černiče e Batuje, recentemente è stata scoperta una sezione della strada romana (foto 5).
Ad Ajdovščina rimangono ancora notevoli testimonianze dell’antica fortificazione Castra Fluvio Frigido (foto 6) sul percorso della via Gemina. Nel piccolo museo della cittadina, fra gli altri reperti romani, è esposta la copia della lapide funeraria dedicata ad Antonio Valentino, un centurione romano della legione Gemina ucciso da “ladroni” sulla strada (l’originale della lapide si trova a Gorizia, palazzo Attems, ammucchiato insieme ad altri reperti trovati sul percorso della via Gemina e non visibili al pubblico!!!).
Da Ajdovščina la strada sale al passo Ad Pirum (foto 7). Qui si vedono molto bene i resti della fortificazione romana. Un cartello indica il passaggio della strada antica (Rimska Cesta). Sulla destra c’è ancora una locanda caratteristica (Stara Pošta) e dietro il locale si può entrare in un piccolo ma interessante museo che espone materiali trovati in loco. Oltre il passo, a circa 5 chilometri c’è il fortino di avvistamento di Lanišče, da poco restaurato.
Dal nostro luogo di osservazione sul Calvario, si può seguire tutto il percorso della via Gemina, da Aquileia al ponte sull’Isonzo di Mainizza fino ad abbracciare l’ampia valle del Vipacco, chiusa dal massiccio del Nanos alla sinistra del quale si nota l’avallamento Ad Pirum (Hrušica) su cui transitava la strada. Dopo, non visibili, si incontrano le stazioni di Longatico, Nauporto e infine Emona. A Nauporto era possibile imbarcarsi sulla Sava e proseguire fino al Danubio e oltre.