Published on Novembre 6th, 2022 | Agostino Colla
0GORIZIA, SPUNTI DI STUDIO ECCEZIONALI
Anna Di Gianantonio
L’importanza della storia del Novecento della nostra città: abbiamo un’enorme ricchezza che va valorizzata molto più di quanto sia stato fatto sino ad oggi.
Temi quale lo spostamento dei confini e delle popolazioni, le guerre, i conflitti ma le convivenze tra le persone, la particolare declinazione del fascismo, i temi del nazionalismo, della deportazione, della resistenza, dell’esodo e della ricostruzione di Gorizia dal punto di vista urbanistico, della nascita di Nova Gorica, dei problemi e dei risultati dell’integrazione delle due città sono temi affascinanti, che coprono tutto il secolo e danno spunti di studio veramente eccezionali dal punto di vista geografico, antropologico, letterario, artistico, architettonico, ma voglio mettere in evidenza la grande ricchezza dell’archivio presso l’ex OPP dove le cartelle cliniche dei pazienti mettono in evidenza i traumi psichici che la guerra, lo stabilirsi dei confini, l’esodo hanno provocato nella mente dei malati. Si tratta di storie individuali che connettono i casi singoli con il contesto storico: una preziosissima fonte didattica e per lo studio della psicologia e della psichiatria.
L’interesse nazionale sui temi citati è largamente provato dal fatto sia dei convegni e degli incontri promossi in tutta Italia e ai quali siamo invitati, ma anche dal fatto che sino a qualche tempo fa i libri pubblicati su questi argomenti erano editati da case editrici locali, oggi è sotto gli occhi di tutti come la questione del confine orientale interessi tutte le maggiori case editrici nazionali. Dunque un’occasione da non perdere per far conoscere Gorizia, in modo stabile, che significa incrementare il turismo anche scolastico, ma per incuriosire il cinema e le fiction, i festival, come quello organizzato dall’Associazione 4704 .
Una questione importante è che è necessario coinvolgere i giovani che spesso sanno poco della storia che per quanto ci riguarda non voglio chiamare locale ma nazionale ed internazionale che qui si è svolta e certamente i nuovi modi di fare storia sono i benvenuti.
La nostra storia se osservata da occhi convinti della necessità della pace e della collaborazione è una straordinaria palestra per l’apprendimento delle diversità culturali, dei punti di vista particolari che in città si sono espressi e che chiedono di essere letti con il distacco necessario ad uscire da un’epoca di contrapposizioni per lasciare spazio alla ricostruzione storica e al rispetto delle peculiarità del territorio.
E’ importante che ricercatori italiani e sloveni lavorino insieme. La storia con i suoi strumenti, l’attenta lettura delle fonti e il confronto sono il terreno privilegiato della collaborazione culturale che deve essere una delle caratteristiche centrali della capitale della cultura. A partire dal rigore della storia è possibile poi trovare strumenti e tecniche per renderla fruibile ad un pubblico più vasto, ma la divulgazione deve essere scientifica.
Nel nostro territorio agiscono diversi Istituti e associazioni. Bisogna lavorare assieme e programmare un’attività didattica, una esplorazione ragionata sui luoghi, serve un ambiente, un luogo, quello che chiamavamo un laboratorio didattico dove i ragazzi e le ragazze possano lavorare sulle carte, intervistare i testimoni, creare nuovi strumenti divulgativi. Noi abbiamo la possibilità di uscire da una logica localistica e portare i nostri temi, che sono in sostanza strumenti di pace autorevolmente raccontati da chi è cresciuto nella Guerra fredda, all’attenzione europea.
Dobbiamo essere disponibili a fare il salto culturale che oggi è possibile fare, data la sofferenza patita nel secolo e la sua rielaborazione che oggi può diventare una risorsa importante di crescita per l’intero territorio.