Le nostre strade, ieri e oggi: ancora sul passaggio a Nordest - Isonzo-Soča

Geografia

Published on Maggio 15th, 2021 |   Luca Cadez

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Le nostre strade, ieri e oggi: ancora sul passaggio a Nordest

Dario Stasi

 

L’immagine di apertura a corredo di questo articolo è il risultato della ricerca effettuata da un team tedesco che si occupa di mobilità dei trasporti, il Moovel Lab di Stoccarda. E’ una sorta di mappa d’Europa “ad albero”, nella quale il tronco e le sue ramificazioni rappresentano le vie di comunicazione esistenti e le strade antiche che confermerebbero la veridicità del noto proverbio “Tutte le strade portano a Roma”, come è detto testualmente nella descrizione della ricerca (mandatami da un giovane studioso con cui sono in corrispondenza).

La mappa prodotta da Moovel lab (licenza BY-NC-SA)

Ciò che balza evidente a chi osserva con attenzione questa mappa europea è il grosso ramo – il più grosso di tutti – che partendo da Roma o arrivandovi, transita attraverso quello che su Isonzo Soča abbiamo chiamato Passaggio a Nordest, il confine orientale d’Italia, dove si trova esattamente Gorizia (vedi la copertina riprodotta qui a fianco, le altre immagini e gli articoli contenuti nel n. 113 di Isonzo Soča o nella sezione Storia di questo stesso sito)).
Sembra che questa ricerca tedesca sia stata condotta con mezzi supertecnologici, in particolare con l’utilizzo di sofisticati “software di calcolo” (!?).
Noi invece ci abbiamo messo molti anni per arrivare ad ipotizzare prima e ad avere una discreta consapevolezza poi, riguardo all’importanza del dato geografico e storico – e identitario, per noi – di questo Passaggio a Nordest, un itinerario contraddistinto soprattutto dalla romana via Gemina, che da Aquileia arrivava ad Emona (Lubiana) oltrepassando l’Isonzo alla Mainizza su “un ponte imponente, di gran pregio” (Erodiano).

I resti dei basamenti del ponte romano in località Mainizza a Farra d’Isonzo

Ci abbiamo messo tanto tempo perchè le guerre dell’altro secolo e il confine che ci caratterizza hanno avuto un effetto traumatico sulla nostra città, tale da oscurare secoli e secoli di storia spesso dimenticata o volutamente rimossa, generalmente sottovalutata. Ai tempi della guerra fredda il nostro mondo finiva alla Casa Rossa. Non c’era traffico significativo se non quello ridotto, di frontiera.
Dopo la caduta del muro di Berlino le strade sono ridiventate percorribili. Oggi l’unica autostrada che arriva in Friuli da Roma e dall’Europa orientale è quotidianamente intasata nei due sensi da migliaia di autotreni che provengono da Polonia, Ungheria o Russia o si dirigono in questi paesi. Ma un viaggio in treno a Lubiana o a Budapest è ancora altamente sconsigliabile per scomodità e tempi di percorrenza improponibili.


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