Published on Maggio 17th, 2021 | Luca Cadez
0Corso Italia: viabilità e piste ciclabili
Dario Ledri
A proposito della nuova viabilità in Corso Italia desidero sottolineare alcuni aspetti:
1) uno dei motivi addotti per il posizionamento delle piste sul tracciato stradale è la contrarietà di commercianti ed esercenti per la presenza delle piste sui controviali che ne limitano l’attività e costituiscono un rischio per i pedoni. Ora, le vecchie piste ciclabili nel primo tratto, dalla chiesa di San Giusto a via Locchi, incontravano due soli esercizi pubblici che – ho verificato di persona – non hanno espresso particolare contrarietà al loro ripristino. All’altezza di via Locchi le piste si spostavano sul lato destro del Corso utilizzando le strisce pedonali per il passaggio e proseguivano sino all’altezza della sede della Bnl. In questo secondo tratto incrociavano, subito dopo il passaggio pedonale, i tavolini del Bar Garibaldi. In un percorso di oltre 1 Km, dunque, gli esercizi pubblici con spazi all’aperto non sono più di tre. Circa il rischio per i pedoni sarebbe sufficiente una più assidua presenza dei vigili urbani per scoraggiare i ciclisti che pensano di partecipare al “km lanciato” ovvero coloro che, fuori dalle piste transitano – tuttora – sul marciapiede a mezzo metro dall’entrata di bar e negozi.
2) tra le modifiche proposte quella che trova maggiori sostenitori è l’abolizione dei parcheggi sul lato sinistro. Pare evidente che tale soluzione risulta grottesca sia da un punto di vista della viabilità e sicurezza di eventuali mezzi di soccorso (autoscale dei Vigili del fuoco ovvero autoambulanze rallentate dal flusso del traffico) che da quello dell’impatto sulla prospettiva visiva del lungo vialone che ha costituito, e costituisce, uno splendido biglietto da visita per il turista. Dunque se ne prospetta l’abolizione. Resta aperto, però, il problema dei parcheggi per residenti e non. E in tutta sincerità sproloquiare ancora una volta, dopo decenni, del parcheggio multipiano mi pare una grossolana presa in giro del cittadino.
3) infine, se si ha la sventura di dover raggiungere la stazione o la parte meridionale del Corso imboccando via Leopardi, via Angiolina e via Manzoni, si deve poi proseguire fino alla rotonda del sottopasso della ferrovia per poi quindi risalire. Davvero una splendida idea per la mobilità sostenibile. Se invece si scende da via Duca d’Aosta la situazione migliora ma non di molto.
Pertanto, che fare? Personalmente non ho dubbi: ritornare alla soluzione precedente che – insisto e ripeto per gli amici ciclisti – già prevedeva le piste ciclabili (peraltro più sicure) aumentando i controlli della vigilanza urbana per moderare velocità e rispetto dei pedoni e senza entrare in conflitto con negozianti ed esercenti.
Mi aspetto ora che il sindaco mantenga la parola per una soluzione realmente condivisa con i cittadini.