Editoriale

Published on Agosto 10th, 2021 |   Agostino Colla

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Corso Italia, ciclisti, parcheggi

di Dario Ledri

Il dibattito su Corso Italia è diventato stucchevole e, per alcuni versi, surreale. Le associazioni ambientaliste, ultima in ordine di tempo, Legambiente ritiene “fondamentale la presenza delle piste ciclabili”. Richieste del tutto condivisibili ma che non tengono conto del fatto che le piste in Corso esistono da un decennio. Solo che corrono  – anzi – correvano nei controviali, e non mi pare abbiano causato incidenti seri con i pedoni né abbiano danneggiato significativamente le attività economiche. Infatti, nella disposizione originaria in tutto il percorso da piazzale Saba  alla fine di Corso Italia, incrociavano tre esercizi pubblici: per la precisione due nel primo tratto sino all’incrocio con via Locchi e successivamente uno sul lato opposto del Corso.

Quello che a commercianti e gestori di locali pubblici, invece, procura insofferenza e fastidio è il fatto che i “ciclisti ecologisti” transitino direttamente sul marciapiedi, a poche decine di centimetri dall’entrata delle loro attività e spesso velocità pericolose.

C’è poi la questione dei parcheggi e la soluzione proposta a me pare assolutamente irrazionale sia dal punto di vista “estetico” – con la prospettiva del Corso totalmente rovinata – sia da quello della sicurezza, anche per gli stessi ciclisti. L’apertura di una portiera a sinistra mette a rischio l’incolumità del ciclista che sopraggiunge mentre quella di destra restringe ancor di più la sede stradale. Per non parlare delle difficoltà causate al transito dei mezzi di sicurezza (autoambulanze e mezzi dei vigili del fuoco, soprattutto in caso di traffico congestionato) e di mezzi di grandi dimensioni.

Ultima osservazione. Tutti riconoscono la necessità di un organico piano del traffico. E allora l’amministrazione si metta al lavoro fin da subito. Nel frattempo intervenga al fine di evitare che chi  ha la necessità di raggiungere la parte sud di Corso Italia  percorrendo le vie Leopardi e Fatebenefratelli debba proseguire fin oltre il sottopasso ferroviario per poi risalire: il massimo della funzionalità!

Dunque, il ritorno alla soluzione precedente alla sperimentazione a me pare la più logica, e credo sia la più condivisa dalla cittadinanza.


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