Published on Gennaio 22nd, 2022 | Agostino Colla
0GORIZIA, LO SPIRITO VIENNESE DEL CAFFE’ GARIBALDI
di Diego Kuzmin
Con la gestione subentrata a Ferigo e il nuovo arredo del 2010 si sarebbe potuto ben restaurare lo spirito del caffè viennese del Garibaldi, invece di scegliere semplicemente di cambiare divani e tappezzerie, senza ripristinare la disposizione degli arredi, caratterizzati in origine dai tavolini prospicenti le ampie finestre, per consentire nei mesi invernali l’osservazione del via vai dei pedoni
e il movimento nella strada, con tutto agio all’interno di stanze riscaldate e decorate da stucchi d’epoca.
Lo spirito viennese del caffè è quello che si vede nell’ultima cartolina del 1912, che mostra il caffè “Fenstergucker” (osservatore che guarda dalla finestra) aperto nel 1886 in centro a Vienna con progetto dell’architetto Ludwig Tischler (Trieste 1840-Vienna 1906) e con i comodi divani che girano attorno ai pilastri che inquadrano le vetrine sulla strada, esattamente nella stessa identica situazione del caffe Garibaldi, fino al 1973 prima della ristrutturazione di Ferigo. Nel 1921 il Fenstergucker era già diventato una banca e oggi è un negozio Starbucks, ma l’interessante è che i fratelli Patscheider, di origine svizzera, prima di venire a Gorizia e costruire il loro Caffè al Corso progettato da Alessandro Pich (1849-1916), oltre che probabilmente a Vienna, avevano lavorato per un certo periodo a Trieste, all’epoca nella quale il caffè Tommaseo era il più bello della città.
Interessante sarebbe sbrogliare la matassa di questo filo rosso dei caffè. Tra l’altro ambedue gli architetti, Tischler e Pich, avevano studiato a Vienna, anche se non proprio negli stessi anni.
Del caffè Garibaldi sulla nostra rivista se ne era scritto nel n. 6 del 1991 e nel n. 44 del 2002, con articoli interessanti visibili nei link sottostanti:
https://www.isonzo-soca.it/allegati/2/allegati2126.pdf
https://www.isonzo-soca.it/allegati/4/allegati4142.pdf